venerdì 2 marzo 2012

L'italiano come lingua seconda

Gli alunni stranieri che entrano nelle nostre scuole si trovano ad affrontare una grande prova: l’apprendimento della lingua italiana. Per loro l’italiano costituisce una lingua seconda (L2), ovvero una lingua che viene appresa in un paese in cui essa è lingua veicolare in contesto extra-scolastico. Come abbiamo detto, la lingua seconda si differenzia in molti aspetti dalla lingua straniera  e dalla lingua materna  e per questo occorre una formazione specifica per coloro che insegnano italiano come L2. 

La sfida dell’apprendimento di una L2 si gioca su due livelli diversi: da un lato c’è la necessità di  apprendere la lingua per comunicare: la lingua da spendere nella vita quotidiana, per comunicare i propri bisogni, gusti e pensieri. 
D’altro canto, non appena dispone degli strumenti minimi per comunicare, un apprendente di L2 deve anche necessariamente affrontare lo studio in lingua seconda. La cosiddetta lingua per lo studio è molto distante da quella funzionale per la comunicazione e rappresenta un ulteriore ostacolo (forse il più difficile da superare) per gli alunni stranieri. 

I due versanti della seconda lingua (lingua per comunicare e lingua per studiare) non sono separabili in modo netto: il loro sviluppo è concatenato e non successivo; tuttavia è ovvio che l’apprendimento di una L2 comincia con l’acquisizione dei primi strumenti comunicativi per arricchirsi successivamente con le competenze necessarie a studiare in L2, in altre parole si tratta di studiare l’italiano per studiare in italiano.

Gli apprendenti di una L2 hanno quindi bisogni specifici in base ai quali delineano obiettivi e mete dell’educazione linguistica. Riassumendo, i bisogni di un apprendente di L2 di qualsiasi età, provenienza e livello si possono riassumere in:
- comunicare in L2
- leggere e scrivere in L2
- studiare/apprendere in L2
- pensare in L2
- riflettere sulla L2

Una sfida non da poco, insomma ;-)

7 commenti:

  1. Sempre più spesso mi trovo a dover unsegnare in L2 l'italiano! Fincheè la lingua madre è qualcosa di comprensibile per me (francese, spagnolo o rumeno) ci posso arrivare, perchè so qual è il loro orizzonte linguistico di partenza....altrimenti alla faccia della sfida!!!!
    Purtroppo la nostra scuola non è accogliente in termini di integrazione linguistica, non premette di affacciarsi al mondo scolastico coem uditori pe rlungo tempo, insomma.......una gran fatica!

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    1. È difficile, lo so. Serve la giusta formazioni per gli insegnanti e la volontà da parte di tutto il personale di essere accogliente, mi rendo conto che troppo spesso queste cose mancano.

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  2. ...meno male che non ho più bimbi che vanno a scuola. Ciao Linda

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  3. Scusa hai ragione pure tu. Leggendo il tuo post mi sono accorta che, data la mia veneranda età, mi sento tagliata fuori, vedendo l'argomento non sono più al passo coi tempi quindi, leggendo il tuo post mi sento tagliata fuori. Quindi sono contenta di aver "fatto" la mamma quando ancora potevo essere utile a mio figlio.
    Scusa se mi sono intromessa tra i tuoi lettori.

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    1. Non ti sei intromessa, figurati! Solo non avevo capito in che senso, adesso mi è più chiaro ;-)

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  4. purtroppo la formazione per gli insegnanti non esiste, gli insegnanti di lettere della mia scuola sono autodidatti, quello che non mancanca è l'accogliere gli alunni stranieri. Mariateresa

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lunga è la foglia, stretta è la via...
dite la vostra, che ho detto la mia!