venerdì 9 marzo 2012

Parlando di cultura: errori comuni

Questo post è basato su cose realmente successe e/o sentite, perchè in questi anni di lavoro sul campo ho visto cose che voi umani... no vabbè questa è un'altra storia e magari un giorno ci scriverò un post, però dopo il predicozzo (mi hanno detto che pippone non si dice) di ieri riflettevo sui fraintendimenti più diffusi sul concetto di cultura.  E quindi ne elenco alcuni, sono errori da evitare come la peste se si vuole dire/fare/costruire qualsiasi cosa che sia interculturale. 


Errore numero uno: considerare la cultura come qualcosa di  monolitico.
La cultura è determinata da molti fattori diversi tra loro. È un grosso errore ricondurla ad uno solo di questi fattori, la religione per esempio. È molto più facile riconoscere la natura multiforme della cultura pensando alla propria, mentre tendiamo ad appiattire quella degli altri: facciamo fatica ad accettare che esista una cultura italiana e probabilmente non sapremmo definirla, mentre parliamo senza timori di cultura araba o -peggio ancora- islamica. Un ottimo esercizio quindi per evitare questo fraintendimento è riflettere su quali sono gli elementi che caratterizzano la "cultura italiana" per esempio e sforzarci di conseguenza di non ridurre mai le culture altre ad uno solo di questi elementi.

Errore numero due: considerare la cultura come qualcosa di fisso e rigido.
Nel 1997 dagli Stati Uniti vennero in visita dei lontani parenti che volevano visitare i luoghi d'origine del loro nonno emigrato dalla Valtellina all'Idaho a inizio '900. Bene, ci portarono in regalo gomme da masticare e smalto per unghie, come se non li avessimo mai visti prima. E si stupirono che le donne non andassero in giro con gonne ben al di sotto del ginocchio (per adeguarsi alla presunta cultura locale loro avevano pensato di portarsi delle gonne lunghe con cui hanno girato per una settimana, mentre noi eravamo in jeans). 
Sembra assurdo (e infatti lo è!) ma l'errore, purtroppo non così raro, è quello di considerare la cultura come qualcosa di immutabile, mentre la cultura pur affondando le sue radici nel passato vive e cresce nel presente, subendo trasformazioni e adeguandosi al contesto.

Errore numero tre: considerare la cultura come qualcosa di ereditario.
La cultura è qualcosa che si apprende, non si nasce con la cultura che scorre nelle vene, ma essendo a contatto con la cultura fin dal primo respiro (anzi già da prima) comincia subito il nostro processo di apprendimento. Come si impara una lingua, così si impara una cultura. E invece mi sento ripetere spesso il ritornello "e ma... è la sua cultura cosa ci vuoi fare?" come se fosse scritto nel DNA.

Errore numero quattro: credere che le culture abbiano vita propria.
In realtà se riuscissimo a realizzare che non sono le culture (o le religioni) a scontrarsi, bensì le persone, si eviterebbe la maggior parte degli incidenti interculturali.

Errore numero cinque: parlare delle culture in termini di inferiorità/superiorità.
Sento spesso dire che la tal cultura è "tradizionale e arretrata", ma arretrata rispetto a cosa? Qual è l'unità di misura per valutare il grado si sviluppo di una cultura? Queste considerazioni portano inevitabilmente a formulare un giudizio e una "classifica" in cui alcune culture sono superiori alle altre. La storia è ricca di esempi di persone che ritenevano la propria cultura superiore alle altre, e non c'è bisogno che vi dica in cosa sono sfociate queste teorie. 
Nota bene: Ciò non toglie che sia estremamente interessante studiare e mettere a confronto le culture, o meglio aspetti particolari di essere, ma per descriverle e coglierne somiglianze e differenze, non per farne una hit-pared.

Errore numero sei: ridurre la cultura al folklore.
È uno degli errori più diffusi e dannosi, è il paradosso con cui mi scontro con grande facilità: quando l'educazione interculturale si riduce ad ammirare costumi tipici, assaggiare cous-cous o imparare un ballo tradizionale, per esempio. Sappiatelo: ho il dente avvelenato contro le "feste interculturali" che sono in realtà la fiera dei luoghi comuni, perchè spingere sempre e solo sulle differenze (vere o presunte) ha il potere di rendere ancora più forti gli stereotipi, anziché combatterli.

10 commenti:

  1. Un giorno mi piacerebbe sentirti parlare di Adozione Internazionale, intercultura e glottolagia....ciao ciao

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    1. Mi fa piacere! Qui sul blog leggerete presto di questi temi e se avete curiosità particolari, mandatemi le vostre domande via mail (info@conilcuoreelemani.it)

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    2. ops ho scritto male glottologia....si comincia bene!

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  2. fai bene a parlare di questi temi!!!

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  3. Caspita mi trovi d'accordo proprio su tutto! Mi piace molto come argomento, spesso dato per scontato ma importantissimo. Tra l'altro ci pensavo proprio stamattina. Sto leggendo Leo Buscaglia e questo pezzo mi ha colpito tanto: due terzi del globo non appartengono al mondo occidentale. Questa gente pensa in modo diverso e sente in modo diverso e comprende in modo diverso; e potete imparare molto da voi stessie sulla condizione umana quando uscite dall'ambiente occidentale e scoprite che esistono popoli e territori che non conoscono neppure Gesù".
    un bacione e grazie per gli spunti
    Annagiulia

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    1. E anche tra quelli che Gesù lo conoscono... non pensiate non ci siano grandi differenze culturali ^_^
      comunque è vero: gente che "pensa in modo diverso e sente in modo diverso e comprende in modo diverso", ahimè troppo spesso più o meno esplicitamente quel che è diverso è considerato inferiore o peggiore.

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  4. Sarebbe bello aprire un bel dibattito su questi temi, ci trovi decisamente d'accordo!!!
    Un bacione e buon fine settimana
    Cri&Anna

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    1. Ecco, allora discutiamone ;-)
      Io ne parlerò ancora su questi schermi... venite a dirmi la vostra!

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  5. Bellissimi questi post, Linda! Posso usarli in classe?

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    1. Se puoi? Certo che puoi, ne sarei onorata!
      A patto che poi mi (ci) racconti come è andata ;-)
      p.s. che età hanno i tuoi studenti? magari ti posso trovare qualche materiale adatto all'età nella mia libreria interculturale.

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lunga è la foglia, stretta è la via...
dite la vostra, che ho detto la mia!