L'inizio della fine

In inverno le giornate si accorciano, si sa. Ma per chi abita in montagna, o meglio sul versante "sbagliato" della montagna, c'è un periodo di tempo in cui le montagne se lo mangiano il sole. Tre mesi in cui il sole, basso sull'orizzonte, non riesce a scavalcare con i suoi raggi le montagne. In pratica noi siamo sulla Rivombrosa di turno, e dall'altra parte del fiume i nostri dirimpettai non perdono occasione di ricordarcelo. 

Qualcuno è un po' più fortunato e,  per una paio d'ore al giorno, può godere di qualche pallido raggio, per gli altri no: il sole va in letargo a fine novembre e ritorna a fine gennaio. Noi siamo tra i fortunati che non hanno il periodo di blackout totale, ma le due orette scarse di sole al giorno sono davvero poche! 

Però c'è un giorno, anzi IL giorno in cui, finalmente, con un po' di fatica, il sole riesce ad alzarsi sull'orizzonte quel tanto che basta per oltrepassare la montagna. 

A casa mia alla fine di gennaio cominciava il ritornello "manca poco e poi scavalca", soggetto sottinteso lui: il sole; antagonista, anch'essa sottintesa: la montagna. Per me era qualcosa di magico, anche perchè non capivo come potesse succedere e dove andasse il sole. Sono passati vent'anni, col tempo ho capito come funzione la storia del sole che si alza e si abbassa (si vabbè, più o meno) ma l'entusiasmo per questo evento rimane!

Ieri d'un tratto mi sono accorta che erano le tre e un timido sole ancora bussava ai vetri, ecco: anche quest'anno il sole ha scavalcato la cima del monte Legnone (quello che avete più volte visto in foto su queste pagine).

Non è la fine dell'inverno che qui sarà ancora lungo, ma -diciamo- è l'inizio della fine. La primavera si avvicina un passo alla volta, questo è il primo.